Una biografia di Chen Fake

    

"NON CI SONO SCORCIATOIE"
Una biografia di Chen Fake



Titolo originale: Es gibt keine Abkürzungen - Eine Chen Fake Biographie, pubblicato da Jan Silberstorff (articoli di Nabil Ranne) nel libro Schiebende Hände, Lotus Press (2008), e ripresentato nella rivista Chen Taijiquan Magazin 2008, WCTAG, Jan Silberstorff.

Traduzione dal tedesco di Alessandra Burali

Introduzione

Chen Fake (pinyin Chén Fākē 1887-1957), chiamato anche Chen Fusheng, è conosciuto come l'esponente più autorevole del Taijiquan Stile Chen del XX secolo. Ancora oggi, il rappresentante principale della 17° generazione viene chiamato “il Numero Uno del Taijiquan” (pinyin Tàiji Yī Rén). Inoltre, è considerato la personificazione del Wŭdé, l’unione dell’arte del combattimento con la virtù.

La sua fama si può attribuire principalmente a tre importanti acquisizioni. Prima di tutto, la sua abilità marziale viene comunemente considerata di livello molto alto. Di conseguenza esistono parecchie storie sulle sue capacità marziali. Inoltre, una delle forme attuali del Taijiquan stile Chen risale proprio a lui: la Xinjia (pinyin Xīnjià), la “nuova intelaiatura”. Anche se lo sviluppo della nuova Xinjia viene contestata da rappresentanti di alto livello di questa tradizione1, vale la pena di evidenziarne le particolarità rispetto alla Forma tradizionale Laojia (pinyin Lăojià), la “vecchia intelaiatura”. La terza ragione della importanza di Chen Fake, valida ancora oggi, è la divulgazione della conoscenza del Taijiquan stile Chen, non ancora molto conosciuto prima del suo arrivo a Pechino. Tra i suoi allievi si trovano personaggi straordinari, quali Chen Zhaoxu, Chen Zhaokui, Feng Zhiqiang, Gu Liuxin, Hong Junsheng, ecc.
In questo articolo verrà illustrata, il più esaustivamente possibile, la storia di Chen Fake nel suo contesto storico. Inoltre, verranno contrassegnati gli sviluppi e le evoluzioni che hanno reso Chen Fake uno dei rappresentanti più famosi del Taijiquan. La trasmissione verbale era una tradizione importante ed esistono molte storie sulla sua persona, sorge tuttavia il problema che l’attendibilità di una parte delle informazioni è discutibile. In questo articolo non si vogliono produrre altre fiabe su Chen Fake: l‘intento è quello di condividere con i praticanti i “fatti veri”, nei quali risalta il Chen Fake “autentico”, utili anche a una pratica personale e più approfondita (vedi www.cytjw.cn).
Secondo Hong Junsheng, una volta, uno studente molto entusiasta, raccontò a Chen Fake di aver sentito dire che Chen Changxing (bisnonno di Chen Fake) avesse sviluppato una forza dell'aderire (pinyin Niánjìn) talmente grande, che bastava che appoggiasse le mani su un tavolo di legno di sandalo con la superficie di marmo, per sollevarlo con la sola forza di adesione. Per un pò di tempo Chen Fake ascoltò in modo disinteressato, e in seguito rispose, ridendo, che non aveva mai saputo di avere un avo con tali capacità. Storie non così esagerate sono sicuramente più adatte a quest’uomo (Chen Fake). Di conseguenza, la sua biografia verrà riportata con questo spirito.

Biografia

Chen Fake nacque nel 1887, terzo figlio di Chen Yanxi, in una piccola località chiamata Chenjiagou, nella provincia dello Henan. Morì nel 1957. I suoi fratelli morirono prima della sua nascita a causa di epidemie diffusesi in Cina nel XIX secolo; quindi alla nascita di Chen Fake, suo padre già si trovava in età avanzata. Chen Fake ebbe tre figli: una figlia, Chen Yuxia e due figli, Chen Zhaoxu e Chen Zhaokui. Chen Zhaoxu è il padre dell’attuale rappresentante principale Chen Xiaowang, e Chen Zhaokui, uno dei suoi due maestri principali (oltre a Chen Zhaopei) e padre di Chen Yu, rappresentante attuale della tradizione Xinjia. Non esisteno molte informazioni su Chen Yuxia, ma di lei si dice: ”Purtroppo in pochi parlano di lei e raramente, ma deve diventare di dominio pubblico che Chen Fake ebbe anche una figlia, la quale aveva grandi capacità nel Taijiquan e disponeva di un vero Gongfu”2 (Chen Yu, Cultura Martialis, 01/2004, pag. 12).

Infanzia di Chen Fake

Chen Fake da giovane
Una volta, durante un allenamento, Chen Fake raccontò a Hong Junsheng che, essendo arrivato tardi nella sua famiglia, fu viziato esageratamente e mangiò tanto da diventare molto grasso. Spesso, nel suo letto, si torceva dal dolore, per il troppo cibo ingerito. Anche se sapeva che il Taijiquan lo avrebbe aiutato, trascurò l’allenamento, considerandosi debole e pigro. Di conseguenza, quando arrivò al suo quattrodicesimo compleanno, non aveva ancora elaborato nessun tipo di Gongfu.

In quella stessa epoca, suo padre Chen Yanxi si era trasferito, in qualità di insegnante dei tre figli del futuro Presidente della nuova Repubblica Cinese, Yuan Shikai3, per un periodo di sei anni. Una sera, alcuni abitanti del villaggio si riunirono nella casa dove abitava Chen Fake con la sua famiglia, e parlarono delle capacità di combattimento della tradizione familiare. Ascoltando, Chen Fake sentì menzionare anche il suo nome; veniva anche lamentato il fatto che, nella sua generazione, non ci sarebbe stato nessun combattente straordinario della sua famiglia come lo furono, per esempio, Chen Changxing (14° generazione)4, Chen Gengyun (15° generazione), e Chen Yanxi (16° generazione)5.
In quel momento, quelle parole lo resero molto triste e depresso. Un giorno, mentre stavo andanto con suo cugino Chen Boqu nei campi per lavorare, si resero conto che avevano dimenticato le attrezzature di lavoro. Chen Boqu era molto forte e agile, e considerato nel villaggio il migliore allievo di Taijiquan. Egli disse a Chen Fake: “Vai velocemente a prendere gli strumenti di lavoro che io andrò più lentamente”. Improvvisamente Chen Fake pensò che se questa frase fosse stata applicata alla “Boxe”, allora avrebbe avuto delle possibilità di raggiungere il cugino, se si fosse allenato il doppio di lui. Da quel momento decise di allenarsi più degli altri e diventò, in breve tempo, un esempio di straordinaria disciplina. Si allenava nei momenti nei quali gli altri si riposavano, per esempio dopo mangiato, e anche di notte. Siccome dormiva nella stessa stanza con suo cugino, si allenava per altre due ore silenziosamente per non svegliarlo. Con il progredire dell’allenamento, ripeteva la stessa Forma fino a trenta volte al giorno, e inoltre si allenava con l’esercizio dell' “avvolgere il bozzolo di seta” (pinyin Chánsījìn) anche stando seduto6. Considerando il fatto che il Taijiquan di Chen Fake era influenzato da quello del padre Chen Yanxi, egli dovette allenarsi duramente, addirittura sfidando i propri limiti, perché Chen Yanxi “insegnava la vecchia intelaiatura con posture estremamente basse, nelle quali erano necessari movimenti di apertura estremamente ampi, e altrettanti movimenti energici di chiusura” (Wang Jiaxiang, Cultura Martialis 08/2006, pag. 83; cfr. anche Cultura Martialis 09/2006, pag. 83). Questo tipo di allenamento sicuramente si ripercuote sugli sviluppi futuri di Chen Fake.
Dopo tre anni di questo duro allenamento, chiamato dai cinesi anche “mangiare amaro” (pinyin Chī Kŭ), chiese a suo cugino se volesse allenarsi con lui nel Tui Shou (pinyin Tuī Shŏu), l’esercizio di “spingere con le mani”. Chen Fake aveva sempre praticato con altri componenti della famiglia per paura di perdere contro il forte Chen Boqu. Chen Boqu, nella competizione provò immediatamente a spostare Chen Fake con molta forza; provò per tre volte e ogni volta perse l’equilibrio, cadendo a terra. All’inizio si arrabbiò e pensò che Chen Fake utilizzasse dei trucchi o segreti trasmessi alla cerchia familiare più intima, ma Chen Fake gli rispose che era impossibile giàcchè suo padre si trovava già da alcuni anni in un’altra provincia, e quindi senza la possibilità di insegnargli dei trucchi. Come in altre circostanze future, disse che l’applicazione personale e il fervore per l’allenamento sono gli elementi determinanti per una vera superiorità: “Non esiste imbroglio nell’apprendere quest’arte. Non ci sono scorciatoie” (Hong Junsheng, Chen Style Practical Method, pag. 133).

Gli ultimi anni di Chen Fake a Chenjiagou


Chen Fake nella posizione "cadere in spaccata"

Ancora durante la sua permanenza a Chenjiagou7, raccontò al suo discepolo Hong Junsheng che gli fu chiesto dal Governo del Distretto di Wenxian (provincia dello Henan) di difendere la capitale. Chen Fake dirigeva, insieme al nipote Chen Zhaopei di cinque anni più giovane di lui, la scuola di arti di combattimenti a Wenxian. Durante gli anni venti, in Cina vi furono molti disordini dovuti a un periodo di “vuoto politico” creatosi nel corso delle rivolte del periodo di transizione dopo l’epoca coloniale, dalla caduta dell'Imperatore della dinastia Qing e dalle lotte di potere durante la creazione della nuova Repubblica. Perciò, il vuoto fu colmato dai “signori della guerra” locali, che diedero vita a lotte di potere nelle diverse regioni. Durante quel periodo, la sicurezza costituiva un problema molto grande. Numerosi capoluoghi erano stati assediati e alcuni anche conquistati da un gruppo dell’epoca chiamato “La Grande Unione delle Lance Rosse” (pinyin Hóng Qiāng Huì).
Quando Chen Fake fu chiamato a difendere Wenxian, arrivò un altro maestro di combattimento, dipendente del governo locale, per battersi contro di lui perché voleva riconquistare il suo onore. Nel momento in cui l’altro maestro entrò nel locale, Chen Fake era seduto a un tavolo tradizionale Baxian, intento a fumare la pipa ad acqua. Quando l’altro tentò di sferrargli un pugno in pieno petto con la mano destra, gridando contemporaneamente: “e come prendi questo?”, Chen Fake respinse l’avversario con la mano destra e con una rotazione leggera. L’uomo, catapultato nel cortile, prese le sue cose e, senza dire niente, se ne andò.
Poco tempo dopo, la città doveva essere protetta dall’"Unione delle Lance Rosse”. L’Unione praticava vari culti e riti magici, che i suoi membri pensavano avessero il potere di renderli invulnerabili contro le lesioni8. Quando stavano per attaccare il capoluogo del distretto di Wenxian, vennero chiuse le porte della città. L’unica persona che rimase fuori dalle mura, aspettando su un ponte la sfida per il combattimento, era Chen Fake con la sua bailagan (pinyin Báilàgăn), la lancia. Uno dei comandanti dell’Unione delle Lance Rosse, pensando di essere invulnerabile e imbattibile, avanzò verso Chen Fake e lo attaccò con la lancia. Chen Fake schivò l’attacco e colpì l’avversario, facendogli cadere la lancia. Chen Fake sfruttò questo momento e affondò la lancia nel petto del suo avversario. Quando il resto dei membri dell’Unione delle Lance Rosse videro che non erano invulnerabili, si diedero alla fuga. In questo modo il capoluogo fu salvo. Hong Junsheng racconta che nel 1956, quindi parecchi anni dopo, due funzionari cercarono Chen Fake a Pechino poichè era coinvolto nell’inchiesta di omicidio per quell'avvenimento. In quell’epoca l’Unione delle Lance Rosse era considerata una forza reazionaria, di conseguenza bandita dal nuovo governo comunista: pertanto, la citazione contro Chen Fake decadde (a questo proposito. cfr. Hong Junsheng, in Davidine Siaw-Voon Sim & David Gaffney, Chen Style Taijiquan: The Source of Taiji Boxing).
Nel frattempo, il nipote Chen Zhaopei dal 1928 lavorava presso una farmacia a Pechino. Il suo ruolo era discutibile, in quanto vi era chi affermava che egli fornisse erbe mediche, mentre altri sostenevano che facesse la guardia del corpo. Comunque sia, aveva già acquisito una certa fama nel Taijiquan e, dal momento che a Pechino si sapeva che lo aveva appreso a Chenjiagou, in molti volevano imparare quest’arte da lui. in In poco tempo divenne famoso, e ottenne un discreto numero di allievi. Wei Daoming, l’allora sindaco di Nanjing, lo invitò a insegnare il Taijiquan a Nanjing con una retribuzione abbastanza elevata. Siccome i suoi allievi a Pechino non avevano ancora finito di imparare la Forma, e non voleva abbandonarli, Chen Zhaopei ebbe l’idea di invitare suo zio, Chen Fake, per completare l’insegnamento, sostenendo che “lui possedeva delle doti più elevate delle sue” (parole di Chen Zhaopei).
La Maestra Chen Liqing (19° generazione, nata nel 1919), praticante della Piccola Forma(pinyin Xiăojià) dello stile Chen, raccontò a Hong Junsheng che quando aveva appena nove anni, mentre passeggiava con suo padre, incontrò Chen Fake che aveva da poco ricevuto l'invito di recarsi a Pecchino. Quella sera si incontrarono tutti per una festa di saluto, e siccome lei aveva paura di non poter partecipare alla festa, si nascose nella sala e vide come Chen Fake eseguì la Forma con una tale forza, che le vibrazioni fecero sbriciolare parte del soffitto. Più tardi, praticò il tuishou con un allievo, il quale fu scaraventato contro il muro, e anch’esso si sbriciolò in diverse parti. Chen Liqing disse che queste dimostrazioni la colpirono profondamente e che Chen Fake era il migliore praticante di Taijiquan di Chenjiagou.

Chen Fake arriva a Pechino


Foto di Gruppo con Chen Fake al centro nella prima fila
(quarto da sinistra), Gu Liuxin (quinto da sinistra), Lei Muni (primo da sinistra),
Feng Zhiqiang (seconda fila dietro Chen Fake) e Hong Junsheng
(seconda fila tutto a destra)

Nel 1928, Chen Fake arrivò a Pecchino. Durante i primi tempi, abitò dai suoi allievi Liu Zicheng e Liu Ziyuan. Più tardi disse: “Ho insegnato loro lo stile Chen Taijiquan Yilu (Prima Forma), Erlu (Seconda Forma), la spada e doppia spada. C’erano anche due ragazze, Yue Qiu e Ye Hua: anche loro impararono da me ed erano molto brave” (Hong Junsheng, Chen Style Practical Method, pag. 128). Altri allievi di Chen Fake di quell’epoca furono i rinomati combattenti Xu Rusheng, Li Jinhua (Professore dell’Università Nordest e praticante di Bagua) e Shen Jiazhen (il quale pubblicò, insiema a Gu Liuxin, il famoso libro Taijiquan Stile Chen). Il Maestro Hong Junsheng, dal quale provengono gran parte delle informazioni di questo articolo, apprese da Chen Fake ininterrottamente dal 1930 al 1944, poi di nuovo per brevi periodi negli anni cinquanta. Feng Zhiqiang studiò con Chen Fake dal 1950 al 1957 e Gu Liuxin iniziò a frequentare le lezioni agli inizi degli anni trenta, mentre Lei Muni a partire dal 1932.
Dopo l’arrivo a Pechino, Chen Fake fu invitato da Liu Musan (Maestro di Taijiquan stile Wu) a esibirsi in una dimostrazione. Liu Musan aveva studiato con Hong Junsheng, che era ancora allievo di Chen Fake, il quale gli disse che più lentamente si esegue la Forma, migliore sarà il Gongfu. Perciò tutti si erano preparati per vedere una dimostrazione abbastanza lunga. Ma Chen Fake impiegò poco più di dieci minuti per eseguire le due forme. Ancora peggio, non solo si muoveva velocemente, ma saltava con forza in avanti e indietro battendo con i piedi. Dopo che se ne fu andato, dal pubblico iniziò a levarsi un mormorio. Questi movimenti veloci non potrebbero rompere l’avvolgimento del bozzolo di seta? E il battito del piede, non andrebbe contro il principio per il quale ci si dovrebbe “muovere come un gatto”? Maestro Liu rispose: “Anche se i suoi movimenti erano veloci, erano rotondi, anche se reagiva con forza, era una forza rilassata. Visto che lo abbiamo invitato, dovremmo imparare da lui. Dopo aver appreso la Forma, gli possiamo chiedere di fare il tuishou con noi. Se risulta migliore di me, impareremo anche la seconda Forma Paochui (pinyin Pàochuí).
Più tardi Hong Junsheng chiese a Chen Fake se i movimenti della Forma dovessero essere eseguiti lentamente o velocemente. Chen Fake gli rispose: “All’inizio devi essere lento per imparare correttamente le posture. La pratica fa il maestro. Più avanti sarai in grado di muoverti veloce e stabilmente. La velocità nello spingere con le mani dipende dal cambio dell’avversario. Essere lenti è un metodo di apprendimento, ma non la meta. Ma i movimenti lenti rinforzano le gambe, cosa altrettanto utile.”

Chen Fake iniziò a insegnare a circa trenta allievi di Liu Musan, tre volte alla settimana, e ogni mese questi allievi raccoglievano 60 yuan (valuta cinese). Una volta, quando Maestro Liu, anche lui esperto nello spingere con le mani, affrontò Chen Fake, si notò una differenza incredibile. Maestro Liu quasi non si reggeva sulle gambe e sembrò un bambino accanto a Chen Fake. Quando Chen Fake aumentò un pò la forza, ferì Maestro Liu, il quale dovette smettere di allenarsi per un mese. A Chen Fake dispiacque molto questo fatto, e si scusò per non essere stato abbastanza attento. Esistono molte altre storie di Che Fake durante la sua permanenza a Pechino, raccontate non solo da Hong Junsheng, ma anche da Gu Liuxin, Lei Muni e altri. Chen Fake fu sfidato molte volte e dimostrò la sua abilità, ma fece sempre molta attenzione a non danneggiare l’avversario. Inoltre, era molto attento a non umiliare gli avversari; in questo modo, si guadagnò grande rispetto dagli altri combattenti.

Chen Fake si allena nel tuishou con i suoi allievi Tian Xiuchen e Lei Muni

Gu Liuxin raccontò che una volta, mentre praticavano tuishou, Chen Fake chiuse entrambe le braccia. Gu Liuxin tentò di usare più forza e, improvvisamente, avvertì una scossa elettrica provenire dal braccio di Chen Fake che lo scaraventò lontano. Durante un incontro con Hong Lunsheng a Shenzhen nel 1987, Feng Zhiqiang gli raccontò di come Chen Fake poteva lanciare fino al soffitto i suoi allievi. Lui stesso a volte sentiva un malessere mentre si allenava con Chen Fake nello spingere con le mani.
Anche se Chen Fake trattava tutti con delicatezza, aveva una forza molto grande. Questo è dimostrabile dai segni che rimanevano nei vari luoghi (di allenamento); lasciava tegole o pietre sbriciolate e/o rotte, a causa del battere coi piedi. Si raccontano anche altri aneddoti che dimostrano la potenza della sua forza, come quella raccontata su Li Jinhua, dalla statura di quasi due metri e dal peso di 100 kg. Li Jinhua pensava che nessuno potesse vincerlo, ma Chen Fake lo prese a una caviglia e al collo sollevandolo. Un’altra volta fu aggredito da un cane rabbioso. Alzò la mano per distrarre il cane, questo girò la testa lasciando scoperto il collo e Chen Fake gli diede un calcio talmente forte che il cane atterrò morto dall’altra parte della strada. Chen Fake osservò nelle sue applicazioni che “si devono combinare complessivamente la forza e la tecnica. La forza è il fondamento e la tecnica il metodo. Se vengo assalito improvvisamente, devo usare la forza per difendermi e per non perdere l’equilibrio. Ma se il Gongfu è profondo, la forza non deve uscire, ma scaturire automaticamente in una reazione che fa cadere l’avversario nel vuoto davanti o dietro di lui.
Quando gli allievi gli chiedevano quale fosse il metodo migliore per allenarsi, Chen Fake rispondeva: “Tutti i metodi sono buoni. Se non lo fossero si sarebbero già estinti. Tutto dipende da come viene insegnato e da come viene appreso.” A Pechino lui stesso scambiò esperienze con altri combattenti e fece amicizia con alcuni di loro. Anche alcuni suoi allievi, per esempio Gu Liuxin e Feng Zhiqiang, studiavano diverse tecniche. Hong Junsheng disse a Chen Fake di aver integrato alcune tecniche di altre arti di combattimento nella Prima Forma. Chen Fake rispose che la Forma di Hong Junsheng era essenzialmente uguale, ma di concentrarsi piuttosto sui principi anziché sulla esteriorità della Forma. Durante la sua permanenza a Pechino, Chen Fake cambiò visivamente la sua Forma, integrò alcune figure nella Forma e aumentò i movimenti a spirale; così, alcuni (come Feng Zhiqiang) impararono la stessa Forma con movimenti diversi rispetto a quelli degli allievi di vecchia data (come Hong Junsheng). Più tardi, dopo molta pratica delle modifiche, la Forma venne chiamata Xinjia.
Chen Fake non giudicava gli altri. Quando gli venne chiesto un parere sul Gongfu di qualcuno, rispose in tre modi: “bene”, “qui vedo un Gongfu ben allenato” e “vedo qualcosa che non capisco”.


Che Fake presenta la Forma – nella sezione “spazzare con piede destro e scalciare col tacco destro”

Durante i pasti, beveva solamente un bicchiere di Baijiu (pinyin Báijiŭ, un tipo di acquavite). Raccontava che quando era giovane poteva berne fino a due litri e mezzo senza ubriacarsi. Una volta, dopo aver bevuto moltissimo assieme al fratello più giovane di sua madre, impiegò tre giorni per svegliarsi, ma suo zio morì per intossicazione dovuta all’eccesso di alcool. Dopo quell’episodio dovette promettere a sua madre di non bere più di un bicchiere al giorno. Secondo Hong Junsheng mantenne la promessa per più di dieci anni.
Per Chen Fake, la lealtà era alla base del comportamento nella vita. Diceva che “il pilastro della socializzazione si basa sulla lealtà e il comportamento con le persone si dovrebbe basare sulla cooperazione e la modestia. La lealtà promuove la fiducia, la modestia rende possibile lo sviluppo, e la cooperazione porta all’amicizia. Ma la modestia e la cooperazione si devono basare sulla lealtà e non sulla ipocrisia.” Lui stesso visse nel rispetto di questi principi. Mentre molti praticanti di Taijiquan si vantavano di praticare il Taijiquan perché era un’arte di combattimento interiore e, quindi, superiore all’aspetto esteriore, lui non si definì mai come Maestro di un’arte di combattimento interiore, ma disse: “Tutte le cose hanno un “dentro” e un “fuori”. L’apprendimento inizia dalla figura esterna, si pratica per molti anni e poi le capacità diventeranno progressivamente più profonde. Arrivare all’interno è la cosa più importante. E’ così che si impara il Taijiquan, questo vale anche per le altre arti di combattimento, tutto ha un “dentro” e un “fuori. Tutto segue l’abilità esterna e quindi entra all’interno.” (Hong Junsheng, Chen Style Taijiquan Practical Method, pag. 142).
Da Chen Xiaowang si sa che il proprio padre, Chen Zhaoxu, figlio maggiore di Chen Fake, già da giovane era bravo nel Taijiquan, ma lo trascurava per dedicarsi ad altri hobby, quali la musica e la calligrafia. Chen Fake era dispiaciuto e criticava suo figlio. Allora Chen Zhaoxu gli fece notare che aveva già imparato molto. A questo punto, Chen Fake gli diede una spinta talmente forte che egli fu sollevato di alcuni piedi da terra. Quando Chen Zhaoxu si rese conto di quanto era lontano dalla bravura del padre, si dedicò a tempo pieno al Taijiquan (Cfr. Jan Silberstorff, Chen, pag. 42; vedi anche www.cytjw.cn).
Negli ultimi anni, Chen Fake si ammalò e perse molto peso, probabilmente il fatto era collegato all’arresto di Chen Zhaoxu ad opera del nuovo governo cinese. Nonostante ciò, rimase imbattibile nell’esercizio dello spingere con le mani; un leggero contatto con lui faceva sbilanciare l’avversario (Gene Chen, In Rememberance of Gu Liuxin (1908-1990), The best of the Chen-Style Taijiquan Journal).
Chen Fake morì nel 1957 all’età di 70 anni.


1.
Secondo Wang Mingqun, Zhang Qilin, un allievo di Chen Zhaokui, sostiene: “Il Maestro (Chen) Zhaokui non è d’accordo con la tesi della “nuova intelaiatura” (Wuhun, n. 210, pag. 13, tradotto da Stefan Gätzner).

2.
Anche Chen Yu, figlio di Chen Zhaokui e nipote di Chen Fake, sostiene la tesi che “non esistono nè 'vecchia intelaiatura', né 'nuova intelaiatura', esiste solo 'l’intelaiatura del gongfu' (colloquio personale, febbraio 2007).
Gongfu (pinyin Gōngfu) in generale si riferisce a grandi capacità acquisite con molto lavoro, spesso questo termine viene utilizzato nel linguaggio del combattimento.

3.
Yuan Shikai (pinyin Yuán Shìkăi) fu comandante della prima “nuova armata” durante la dinastia Qing. Negli anni dal 1899 al 1902 e, probabilmente, durante il periodo di ingaggio di Chen Yanxin, era Governatore della provincia dello Shandong (provincia affiancata a quella dello Henan). Dal 1902 diventò Ministro di Beiyang (una regione che comprende più province) dove fondò, con l’armata di Beiyang, l’efficiente armata della Cina. Nel 1912 portò Puyi, l’ultimo Imperatore Cinese, a dare le dimissioni e diventò ufficialmente il primo Presidente della nuova Repubblica Cinese.

4.
Il bisnonno di Chen Fake, Chen Changxing (1771-1853) fu il maestro di Yang Luchan (1799-1873). Il padre di Chen Changxing era Chen Bingwang, anche lui famoso combattente del Taijiquan. Chen Changxing era una guardia del corpo e sorvegliò il trasporto di beni da Henan a Shandong. In seguito diresse la scuola di combattimento a Chenjiagou e si dedicò esclusivamente all’insegnamento.

5.
Il nonno di Chen Fake, Chen Gengyun, si dedicò all’agricoltura e visse fino all’età di 79 anni. Già da bambino apprese l’arte del combattimento da Chen Changxing, e anche lui fu guardia del corpo e ottenne onorificenze militari. A Laizhou (provincia dello Shandong) gli costruirono un monumento d’onore per la sua bravura nel catturare un ladro.

6.
Secondo Hong Junsheng, un allievo modello di Chen Fake ed esperto di molte tecniche, chiamato Gu Liuxin, raccontò che: “Il Maestro Chen (Fake) si allenò quotidianamente ripetendo 30 volte al giorno la stessa forma durante i dodici anni trascorsi a Pechino”. Lo stesso Hong Junsheng raccontò che dopo ogni trasloco di Chen Fake, si potevano trovare sul pavimento dei pezzi di mattonelle rotte (dovuto al “battere coi piedi”).

7.
Definitivamente prima del 1982, probabilmente nell’anno 1926 (cfr. www.cytjw.cn)

8.
Questo tipo di pensiero sulla vulnerabilità e i riti magici lascia pensare che l’Unione delle Lance Rosse fosse in qualche modo imparentata con i “Boxer” che alla fine del XIX secolo costituirono una parte del movimento cinese contro l’imperialismo europeo, nordamericano e giapponese.